Illecito il trattamento dei dati estratti da profilo Facebook e chat WhatsApp

28 Luglio 2025

Con il provvedimento n. 288 del 21 maggio 2025 l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato una società per aver utilizzato contenuti estratti dal profilo Facebook e da chat private su Messenger e WhatsApp per motivare i procedimenti disciplinari a carico di una dipendente.

I contenuti erano stati utilizzati dal datore di lavoro senza una base giuridica valida (anche alla luce dello statuto protettivo accordato dall’ordinamento alle comunicazioni) attraverso screenshot forniti da alcuni colleghi e da soggetti terzi, presenti tra gli “amici” della dipendente su Facebook e attivi nelle sue conversazioni private su Messenger e WhatsApp.

Le comunicazioni, inoltre, riguardavano opinioni e scambi avvenuti in contesti estranei al rapporto di lavoro, in alcun modo rilevanti ai fini della valutazione dell’idoneità professionale e pertanto la società avrebbe dovuto astenersi dall’utilizzarli.

Nel provvedimento, l’Autorità Garante ha ribadito che i dati personali presenti sui social network, o comunque accessibili online, non possono essere utilizzati liberamente e per qualunque scopo, solo perché visibili a una platea più o meno ampia di persone.

In effetti, anche nell’ambito dell’attività disciplinare il datore di lavoro è tenuto a bilanciare correttamente tale potere con i diritti e le libertà fondamentali riconosciuti agli interessati.

Ne consegue che l’utilizzo nel procedimento disciplinare di messaggi scambiati su canali privati di comunicazione è avvenuto in violazione della segretezza e riservatezza della corrispondenza, dunque in assenza di una giustificazione normativa.

Aggiorna le preferenze dei Cookie